L’audiometria vocale è un esame fondamentale per valutare la capacità uditiva di una persona rispetto alla comprensione della voce umana.
A differenza dell’audiometria tonale, che misura la capacità di percepire suoni di diverse frequenze, l’audiometria vocale si concentra sull’interpretazione dei suoni verbali, analizzando come l’udito riesca a processare e comprendere parole e frasi.
Questo esame è cruciale per diagnosticare diverse tipologie di ipoacusia e per monitorare l’efficacia di interventi, come l’uso di protesi acustiche o impianti cocleari.
Nel corso dell’articolo, esploreremo i principali aspetti di questa tecnica, i suoi utilizzi, il funzionamento e i vantaggi di rivolgersi al Centro Vertigini per eseguire l’audiometria vocale.
L’audiometria vocale gioca un ruolo importante nei programmi di riabilitazione per i pazienti ipoacusici in generale o che stanno seguendo un percorso di riabilitazione audiofoniatrica
L’audiometria vocale è un esame semplice ma altamente informativo. Durante la procedura, il paziente è esposto a diversi stimoli verbali—parole o frasi—che vengono presentati a varie intensità e modalità. L’obiettivo è misurare la capacità del paziente di riconoscere e ripetere correttamente il materiale verbale.
Gli stimoli verbali in un test di audiometria vocale possono essere presentati in due modalità principali. Una modalità è quella a campo libero, in cui il paziente è seduto in una stanza attrezzata con due altoparlanti posti di fronte a lui, generalmente ad un angolo di 45 gradi. Questa configurazione simula l’ascolto in condizioni quotidiane e permette di testare l’udito di entrambe le orecchie contemporaneamente. In alternativa, il materiale verbale può essere trasmesso tramite cuffie, consentendo al professionista di testare separatamente ogni orecchio e di regolare con precisione l’intensità del suono.
Le tipologie di stimoli verbali utilizzate nell’audiometria vocale variano in base all’obiettivo specifico dell’esame. Una prima categoria è rappresentata dai logotomi senza senso compiuto, suoni che non formano parole reali ma costituiscono unità fonetiche. Questi stimoli sono utili per testare la capacità del paziente di riconoscere singoli fonemi. Un’altra tipologia molto comune è quella delle parole bisillabiche a senso compiuto, ovvero parole semplici composte da due sillabe, facilmente riconoscibili, che il paziente deve ripetere.
Gli stimoli possono includere anche frasi a senso compiuto, che il paziente deve riconoscere e ripetere.
Questo tipo di stimolo è particolarmente utile per valutare la comprensione del parlato in un contesto che simula situazioni reali di comunicazione. Infine, vi sono le frasi sintetiche senza senso che, pur non avendo un significato specifico, permettono di testare la capacità del paziente di riconoscere la struttura del linguaggio.
L’audiometria vocale è un esame relativamente rapido, con una durata media di circa 15-20 minuti a seconda delle esigenze del paziente e della complessità del test. Non è necessaria una preparazione specifica da parte del paziente, sebbene sia utile che si presenti riposato e rilassato per garantire la migliore risposta possibile durante l’esame.
Lo specialista analizza i dati dell’audiometria vocale per valutare a quale volume il paziente inizia a percepire e riconoscere correttamente le parole. Confrontando le soglie di intellezione, percezione e detezione, può individuare difficoltà uditive specifiche, come la necessità di ascoltare a volumi elevati per comprendere il linguaggio, il che può indicare una perdita uditiva.
Questi risultati vengono integrati con altre informazioni già in possesso dello specialista, come la storia clinica, eventuali sintomi (ad esempio vertigini o acufeni) e i risultati di altri esami audiometrici. Questo approccio completo consente di arrivare a una diagnosi precisa, determinando il tipo e il grado di deficit uditivo e guidando verso il trattamento più efficace, che può includere apparecchi acustici, esercizi di riabilitazione o ulteriori approfondimenti.
dr. Andrea Beghi – P.IVA: 01406970283